L’Auditorium di Mecenate, ora inglobato nel traffico di Roma, era luogo di svago e delizie
Probabilmente anche a molti romani, che frettolosamente passano lungo la trafficata via Merulana, l’auditorium di Mecenate è pressoché sconosciuto.
All’interno di un anonimo giardinetto urbano nulla fa sospettare che, oltrepassando una piccola porta, ci ritrovi catapultati nella Roma del I secolo d.C.
E’ questo l’effetto che si prova scendendo lungo una rampa, ancora parzialmente pavimentata con gli originali mattoncini collocati “a spina di pesce”, che conduce al cosiddetto Auditorium.
Un’ampia sala si apre, ora protetta da una moderna tettoia, con un’abside semicircolare sul fondo che presenta una gradinata costituita da sette stretti gradini concentrici.
Gli affreschi alle pareti, ancora leggibili in alcuni tratti, simulano finestre aperte su spazi esterni, giardini cinti da piccole staccionate, vivacizzati da vasi, fontane e da uccelli in volo, come moderni trompe l’oeil.
In un angolo sono ancora visibili due tipologie di pavimentazione: una sottostante in mosaico bianco con una cornice nera ed una superiore, in marmi policromi.
Questo luogo di svago e relax era, con molta probabilità, allietato anche da una cascatella. E’ a questo che fanno pensare le gradinate dell’abside: ad una fontana monumentale dotata di una cascata che rendesse ancora più piacevole e fresco il godimento di questo ambiente.
Questo spazio, in effetti, non aveva lo scopo di essere un auditorium, bensì si suppone sia stato un triclinio estivo, cioè luogo di riunioni conviviali e culturali, dove il proprietario, il celebre statista collaboratore di Augusto, Mecenate, accoglieva con sfarzo i suoi ospiti.
di Benedetta Tintillini
Si ringrazia: www.associazionematavitatau.it